La verità è che temevo davvero che non ce l’avrei fatta. E la verità è che non ce l’avrei fatta senza l’aiuto di tutti quelli che hanno detto sì.
Ve lo ricordate? Il progetto di costruire un tetto per un’aula non finita in una scuola di campagna in Kenya. Non so se per voi è stata una raccolta fondi come un’altra. Se lo è stata grazie lo stesso. Ma per me non è stata come le altre, come quelle alle quali si partecipa passivamente. In questa mi ero esposta, io proprio io, con la mia faccia. Avevo paura di aver generato false speranze in quelli a cui cui avevo detto: costruiremo il tetto, venderò i disegni dei bambini e costruiremo il tetto.
Prima di dirlo ci avevo pensato millemilioni di volte. Ma quando poi l’ho detto sono diventata immediatamente prigioniera delle mie parole.
Si, lo so che adesso sembra tutto facile. Ma garantisco che subito dopo aver fatto quella promessa non è stato facile nulla.
Avevo paura di essere considerata una delle tante che chiedono quattrini e a cui si è anche un po’ stufi di darli. Ma questi quattrini poi che fine faranno? Arriveranno davvero a destinazione? Mah.. vale la pena di fidarsi?
Grazie grazie grazie di esservi fidati. La cifra raccolta grazie al vostro contributo e grazie all’iniziativa attiva di chi ha capito che da sola non ce l’avrei mai fatta, è stata ben superiore a quanto mi ero prefissata e così oltre al tetto abbiamo intonacato, pavimentato, installato porta e finestre e finito (FINITO!) l’aula.
Quando dico “abbiamo” intendo davvero “abbiamo”, perché per rispetto per il contributo di tutti ho seguito personalmente l’acquisto dei materiali (con l’aiuto di una persona fidatissima che in Kenya ci vive e per fortuna nostra conosce anche bene cosa significa costruire…) e sono riuscita a risparmiare e a ottimizzare le spese. Come molti di voi già sanno ho tenuto, ed ho tutt’ora (a vostra disposizione), traccia di ogni monetina impiegata. L’aula è stata finita a tempo di record ed è stata utilizzata immediatamente.
La scuola è una scuolina di campagna sovraffollata e quello spazio era davvero importante. Non ha risolto il problema degli spazi e della mancanza di aule naturalmente. Ma siamo molto molto soddisfatti di aver fatto quello che era nelle nostre reali possibilità.
E così davvero un grazie a tutti, ai titubanti e agli entusiasti, a quelli che hanno detto sì perché ci hanno creduto e a quelli che hanno detto si perché qualcuno in cui credevano ci aveva creduto.
Ce l’abbiamo fatta. Noi insieme possiamo fare delle cose belle e importanti, anche se la cosa ancora un po’ ci stupisce…
Buone feste a tutti.